Il bazooka cinese spara ancora: giù i tassi sui mutui, e non solo. Borse cinesi euforiche, con riflessi positivi in tutta l’Asia. Decollano i prezzi dei metalli, di cui la Cina è il maggior acquirente. Yen in rafforzamento sui timori di stretta monetaria del futuro premier Ishiba.
Un mix imbattibile: l’inflazione PCE Usa rallenta e gli stimoli elargiti generosamente e a raffica dal Governo cinese spingono le Borse globali comprese, finalmente, quelle asiatiche.
La Banca centrale Cinese (PboC) ha tagliato -50 bps, a 6,6%, il coefficiente di riserva obbligatoria (Rrr) richiesto alle banche commerciali del Paese, ed il Governatore Pan Gongsheng ritiene ci sia spazio per ulteriori taglio di -25/50 bps entro fine anno.
Negli Usa, venerdì, è piaciuto il nuovo calo, ad agosto, dell’inflazione PCE, che misura le spese personali delle famiglie ed è molto considerata dalla FED: l’aumento su base mensile è stato +0,1%, come nelle attese, mentre quello annuale è stato +2,2%, rispetto al +2,3% del consenso ed in calo dal +2,5% di luglio. Nella versione “core” (ex cibo ed energia) è salito +0,2% mensile e +2,7% annuale, come previsto.
Le brillanti chiusure asiatiche di venerdì 27 sono state un buon viatico per quelle europee, con rialzi generalizzati: Milano +0,9%, Francoforte +1,2%, e gli altri maggiori listini in rialzo tra +0,5% e +1,0%. Più contrastato il closing di Wall Street: positivo il Dow Jones, +0,3%, lievi cali per S&P500, -0,1%, e Nasdaq, -0,4%.
La scorsa settimana è stata comunque memorabile per le Borse Europee, grazie ai dati Usa e alle novità Cinesi: Milano +2,8%, Francoforte +4,0%, Parigi +3,9%, Milano +2,8%, Madrid +1,8%.
Le prime stime sull’inflazione di settembre in Europa sono incoraggianti: in Francia i prezzi al consumo (CPI) rallentano a +1,2% annuo, dal +1,8% di agosto, ed in Spagna il calo di -0,6% a settembre ridimensiona la crescita annuale a +1,5%.
Questi dati di moderazione dei prezzi alimentano le speranze di un altro taglio dei tassi da -25 bps da parte dell’ECB (Banca centrale Europea) ad ottobre: al momento viene assegnata una probabilità attorno al 70%.
In effetti è la stessa ECB, nella sua indagine sulle attese dei consumatori preparatoria della riunione del 17 ottobre ad avvalorare la prospettiva di raffreddamento dell’inflazione: quella al consumo (CPI) dell'Area Euro è scesa ad agosto a +2,7% sull'orizzonte 12 mesi, da +2,8% di luglio, e la proiezione a 3 anni, da +2,4% a +2,3%.
Sul mercato valutario, s’è chiusa una settimana di ampie oscillazioni, innescate dall’apprezzamento dello Yen giapponese: venerdì 27 il cross Eur/Yen è sceso a 159,7, -1,3%, dopo la vittoria in seno al Partito Liberal Democratico (Ldp) del futuro Primo Ministro Shigeru Ishiba, favorevole alla stretta monetaria della Bank of Japan. Reazione simile anche sul cambio Dollaro/Yen, 142,8, -1,4%.
Il clima resta sereno nel comparto dei bond Governativi europei: lo spread tra Btp decennale Italiano e Bund tedesco oscilla attorno 131 bps, col rendimento del BTP benchmark sceso a 3,44%, da 3,47% di giovedì e quello del Bund a 2,13%, da 2,17%.
Il “bazooka” cinese riporta in auge i metalli prezioni, ma non i prezzi delle materie prime energetiche: quello del greggio Wti (riferimento negli Usa), la scorsa settimana, ha perso circa -5,0%.
Prosegue il rally dell’oro, +1,1% la scorsa settimana, sino a sfiorare 2.640 Dollari/oncia, ma tornano a correre soprattutto i prezzi dei metalli industriali: rame +5,0% la scorsa settimana, superando 10.000 US/tonnellata, record da 3 mesi.
Oggi, 30 settembre, volano le Borse cinesi, con una veemenza anche superiore a quella osservata la scorsa settimana: a spingerle l’annuncio dell’implementazione della più attesa misura tra quelle annunciate martedì scorso dalla Banca centrale, ovvero il taglio dei tassi applicato a tutti i mutui esistenti.
Shanghai ha chiuso in rialzo di +8,1%, mentre Shenzhen esplode in un memorabile +10,9%: Hang Seng di Hong Kong +2,4%.
Praticamente ignorati i 2 indici PMI manifatturieri cinesi di settembre: quello “ufficiale” del China Bureau of National Statistics è salito a 49,8, facendo meglio delle attese di 49,4, e resta ancora in territono negativo, mentre la rilevazione di Caixin PMI manifatturiero segna 49,3, cioè meno del 50,5 atteso.
Restando in Asia, spicca in negativo Tokio, -4,8%: gli investitori temono la “svolta restrittiva” (alias l’aumento del costo del denaro) che potrebbe essere vista favorita dal futuro Primo Ministro Ishiba.
In Europa la mattinata di oggi, 30 settembre, chiude negativa, in media -0,9% alle 13.00 CET, con un’attenzione molto alta ai dati preliminari sull’inflazione di settembre in uscita questa settimana e a cui vengono associate le speranze di un nuovo taglio dei tassi da parte dell’ECB nella riunione del 17 ottobre.
I future su Wall Street anticipano riaperture in lieve calo, ma il clima resta costruttivo, sia per l’inflazione che per la tenuta dell’economia.
Il dato di ieri sui redditi personali di agosto, +0,2%, indica moderazione salariale, inferiore alle attese di +0,4%, mentre la lettura finale dell'Indice della fiducia dell'Università del Michigan segnala che le aspettative dei consumatori sono migliorate a 70,1 punti a settembre, dai 69 di agosto, battendo le stime di 69,4.
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