L’offensiva miltare russa all’Ucraina prosegue con difficolta’ e molte vittime. Scambi di accuse reciproche sul fatto che non siano riparmiati obiettivi civili. Primo incontro tra le delegazioni dei 2 Paesi: tregua ancora lontana. Sui mercati prevalgono avversione al rischio e corsa ai “safe haven”. Commodities alle stelle.
L'offensiva militare russa forse non procede con la velocita’ inizialmente prevista dal Cremlino, ma ieri e’ proseguita anche in concomitanza dei colloqui di pace, concentrarsi sull’accerchiamento delle principali citta’ ucraine, dove dovra’ fronteggiare un’inaspettata e multiforme resistenza.
Il primo incontro delle delegazioni Ucraina e Russa per discutere un piano di pace non ha prodotto risultati significativi, ma e’ servito a stigmatizzare le rispettive posizioni. La Russia pare estremamente rigida sulla richiesta di una de-militarizzazione dell’Ucraina, sulla sua futura “neutralita’” e sul riconoscimento definitivo della Crimea come “territorio russo”. Il Mondo si schiera a schiacciante maggioranza con l’Ucraina, e promette aiuti umanitari, economici ed armamenti militari. Sul tema, il Ministro degli Esteri russo ha minacciato conseguenze per i soggetti stranieri che forniscono armi letali all'Ucraina.
Stamattina i media di tutto il Mondo riferiscono di pesanti attacchi ad edifici residenziali ed obbiettivi non militari, come quello al Palazzo sulla piazza centrale di Kharkiv. Gli Stati Uniti continuano a dichiarare il proprio impegno alla “de-escalation militare” ed all’estensione&inasprimento delle sanzioni economiche, di concerto con tutta la comunità internazionale.
L'Italia fornira’ aiuti, compresi armamenti, all’Ucraina. Cosi’ ha deciso, all’unanimita’, il Consiglio dei Ministri di ieri, 28 febbraio, dichiarando l’estensione dello stato di emergenza, questa volta per ragioni “ex-Covid”, fino al 31 dicembre.
Le sanzioni straordinarie verso la Russia, in parallelo alle cattive notizie dal fronte di guerra, pesano sui mercati finanziari, a cominciare dalla “selettiva” esclusione di 7 banche russe dal sistema globale di pagamento/regolamento SWIFT, per passre dalla chiusura dei rispettivi spazi aerei, per finire col congelamento delle riserve in valuta straniera della Banca Centrale Russa.
Tali riserve, stimate in 630 miliardi di Dollari, sono per lo piu’ depositate presso le Banche Centrali straniere e non dei maggiori Paesi stranieri, e sarebbero totalmente indisponibili.
A farne le spese e’ stato soprattutto il Rublo, crollato ieri sino a -42%, i rendimenti sui titoli del debito russo schizzati alle stelle, e le azioni quotate sulle sulle borse internazionali.
Magnit, catena leader dei supermercati ha perso -64%, ma crolli verticali si sono visti anche per i big dell’energia, Gazprom, Rosneft, Lukoil,con cali oltre -30%. Sberbank, la maggior banca retail russa, ha perso oltre -60%.
La Borsa di Mosca e’ stata chiusa sia ieri, 28 febbraio, che oggi, 1’ marzo, per decisione delle Autorita’.
Le Borse europee, pur senza crollare, hanno vissuto una seduta volatile. Pur chiudendo sopra ai minimi, il mood negativo e’ evidente a fine gionata: Milano -1,4%, con azioni bancarie sotto pressione e Unicredit, in perdita a doppia cifra. Anche Parigi ha perso -1,4%, Francoforte -0,7%, Londra -0,5%.
Wall Street, dopo una partenza molto negativa, ha poi recuperato: Dow Jones -0,4%, S&P500 -0,1%, Nasdaq +0,6%.
Nella seduta di oggi, 1’ marzo, il mercato valutario continua a punire il Rublo, che, pur sopra ai minimi della mattinata, segna 112 verso Euro. Viene premiato il Dollaro, a 1.117 verso Euro, +0,5%, e lo Yen giapponese,128,2 verso Euro (+0,7%).
Le materie prime continuano la loro corsa, vista la minaccia rappresentata dal conflitto russo-ucraino sui commerci internazionali. Il prezzo del gas naturale europeo e’ erratico: sulla trading venue europea di Amsterdam, punta verso i 100 Euro/megawattora, nonostante Gazprom, leader mondiale russo, sostenga di voler incrementare i volumi forniti alla Germania.
Il prezzi del petrolio sale vertiginosamente, col WTI, greggio di riferimento Usa, sopra 100 Dollari/barile (ore 13.30 CET).
Nuovo corale rialzo per i prezzi delle commodities agricole: quello del grano e’ salit di oltre 10 punti in 2 giorni, visto il peso determinante di Russia e Ucraina sulle sue esportazioni. Mais, soia, e persino zucchero avanzano, preludendo ad un’ulteriore aumento dell’inflazione globale.
Ovvia reazione alla paura, l’apprezzamento di asset class ritenute sicure, come i titoli governativi denominati in valute forti: i cali dei rendiementi sono evidenti in Europa, dove quello del Btp decennale italiano e’ sceso di 30 bps in soli 2 giorni, a +1,54% (ore 13.30 CET) con lo spread verso l’omologo Bund tedesco compresso sino a 155 bps.
Di nuovo in evidenza l’oro, che ha superato quota 1.920 Dollari, e che torna a svolgere il suo ruolo di “porto sicuro”.
Tornano in auge bitcoin, oggi oltre +7% a 44.700 Dollari, e le altre cryptovalute: il ritorno di interesse potrebbe essere legato alla convinzione che possano essere utilizzate per aggirare le sanzioni in via di introduzione sui canali tradizionali del mercato valutario.
Le Borse asiatiche, stamani, hanno chiuso mediamente positive, ma importa poco, visto che a fine mattinata sia i listini azionari europei, mediamente -2,6%, che i future su Wall Steet, in media -1%, esprimono una profonda preoccupazione e incertezza (ore 14.00 CET).
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