Ieri sera sono state pubblicate le minute della Fed, dalle quali si evince, che all’interno del board non c’è stata unanimità relativamente al taglio di 50 punti base dei Fed Funds. Alla fine, però, nonostante l’incertezza, il board ha deciso per una riduzione di mezzo punto per bilanciare i timori di una inflazione ancora sostenuta, con le preoccupazioni relative al mercato del lavoro. Alla fine, solo il governatore Bowman si è opposto al taglio di 50 punti base, preferendo invece un taglio di 25 punti base, e mostrando il primo dissenso all’interno del comitato dal 2005.

La Fed ha osservato che la riduzione di 50 punti base non dovrebbe essere interpretata come prova di una prospettiva economica meno favorevole o come un segnale che il ritmo dell'allentamento delle politiche sarà più rapido. Inoltre, quasi tutti i membri hanno comunque espresso fiducia relativamente al fatto l'inflazione si muova in modo sostenibile verso il 2%. Ora si tratta di capire cosa accadrà nella prossima riunione, specie dopo gli ultimi dati macro, che sembrano andare nella direzione di tagli meno significativi.

WALL STREET

L’azionario Usa ha chiuso un’altra giornata all’insegna di rialzi, con percentuali a ridosso dell’1%. L'S&P 500 e il Nasdaq sono saliti dello 0,8% con il primo destinato a chiudere a un massimo storico, mentre il Dow Jones è avanzato dell’1%, anch'esso su un massimo storico.

La banca centrale ha optato per un aggressivo taglio dei tassi di 50 punti base, il mese scorso, per affrontare la debolezza del mercato del lavoro, sebbene il solido rapporto sull'occupazione pubblicato settimana scorsa, abbia allentato l'urgenza di una politica aggressiva di ribasso del costo del denaro.

Oggi è il giorno della pubblicazione dei prezzi al consumo (CPI), che dovrebbe evidenziare una crescita dei prezzi su base annua intorno al 2,3% a settembre. Il che dovrebbe comunque sostenere i mercati azionari e continuare ad aiutare la ripresa del dollaro.

VALUTE

Sui cambi, il biglietto verde la fa da padrone, con rialzi anche se lenti e poco volatili, contro tutte le valute concorrenti, Jpy, Euro, Sterlina ma anche Cad, Aud e Nzd. EurUsd ormai a ridosso dei supporti chiave di medio termine a 1.0900 20 area, così come il Cable, vicino a 1.3050 e poi 1.3000. UsdJpy sopra 149.40 mentre UsdCad ha superato 1.3700 e punta a 1.3800, prima vera area di resistenza.

Oceaniche in calo con obiettivi a 0.6630 (Aud) e 0.6000 (Nzd). Sul fronte price action, sembra di vedere sparire gli ordini di vendita di divisa americana, cosicchè l’accelerazione a favor del biglietto verde diventa sempre più probabile. Un Cpi inferiore alle attese, potrebbe ulteriormente alimentare uno scenario del genere.

snapshot

PETROLIO

I future sul greggio WTI sono scesi a 73,00 dollari al barile mercoledì, dopo un calo del 4,6% il giorno precedente, guidato dalla debole domanda e dall'aumento dell'offerta. I dati API hanno mostrato un aumento significativo delle scorte di greggio statunitensi, in aumento di quasi 11 milioni di barili. Inoltre, l'Energy Information Administration (EIA) degli Stati Uniti ha rivisto al ribasso le sue previsioni sulla domanda per il 2025, citando i rallentamenti economici in Cina e Nord America, come ragione di ulteriori pressioni sui prezzi del greggio.

A contribuire alla discesa anche le notizie di un possibile cessate il fuoco tra Hezbollah e Israele, sebbene permangano preoccupazioni sui potenziali attacchi israeliani alle strutture petrolifere iraniane. Nel frattempo, si prevede che l'uragano Milton colpisca la costa del Golfo della Florida, il che potrebbe interrompere le forniture di benzina in uno degli stati con maggiori consumi degli Stati Uniti.

INDIA, TASSI INVARIATI

La Reserve Bank of India (RBI) ha mantenuto il suo tasso di riferimento sui pronti contro termine al 6,5% per la decima riunione consecutiva ad ottobre, come da consensus, ma ha modificato le aspettative future, passate ora a neutrali aprendo la porta a tagli dei tassi quando dovessero manifestarsi i primi segnali di un rallentamento della crescita nell'economia.

Questa decisione è stata presa dopo che l'inflazione annuale è leggermente accelerata al 3,65% ad agosto, guidata dall'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari. Inoltre, la banca centrale ha mantenuto le sue previsioni di crescita economica per l'anno fiscale 2024-25 al 7,2%, mantenendo anche le aspettative di inflazione al 4,5%.

Buona giornata e buon trading.

Saverio Berlinzani




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