La FED da’ il via al “tapering”, ma non prevede rialzi dei tassi. Le trimestrali e la Fed aiutato Wall Street a segnare nuovi massimi! ISM Servizi negli Usa ad ottobre a massimi assoluti, a 66,7! L’Amministrazione Usa va in pressing su aumento produzione petrolifera.
Borse europee in ordine sparso ieri, 3 novembre, nel giorno delle decisioni di politica monetaria della Federal Reserve (Banca Centrale Usa), rese note dopo la chiusura europea dei mercati. Il Presidente Jerome Powell ha affermato che «è il momento di iniziare il tapering, ma non quello di alzare i tassi».
Sul tema “tassi”, il mercato monetario dei derivati sembra pensarla diversamente e “implicitamente” prevede oltre 50 punti base di rialzo dei tassi di riferimento entro la fine del 2022, col primo ritocco al rialzo previsto a luglio 2022.
La Borsa italiana e’ salita del FtseMib +0,69%, il CAC40 francese +0,32%, il DAX40 tedesco +0,02%, mentre il Ftse100 britannico ha perso il -0,41%. Wall Street e’ ancora galvanizzata dalle ottime semestrali e per nulla turbata dalle decisioni della FED: Dow Jones +0,29%, Nasdaq +1,04% e S&P 500 +0,65%, aggiornando i massimi storici.
La FED ha annunciato l'avvio del tapering, cioe’ della riduzione graduale del programma di acquisto di bond sul mercato che, da marzo 2020, procedeva al ritmo di 120 miliardi di Dollari/mese con l’obbiettivo, ormai realizzato, di sostenere l'economia statunitense colpita dalla pandemia.
La Banca ridurrà gli acquisti di 15 miliardi/ mese (10 miliardi di Treasury e 5 di titoli garantiti da ipoteca), a partire da subito, cosicche’ il tapering si completerà a giugno. La Fed si dice peraltro pronta "ad adeguare il ritmo degli acquisti se i cambiamenti nelle prospettive economiche lo richiedessero”.
Jerome Powell riconosce che l’aumento dei prezzi alla produzione ed al consumo e’ stato molto piu’ rapido del previsto, ma i membri del Fomc (Federal Open Market Committee), continuano ad esprimere la convinzione che si tratti di un fenomeno “transitorio”, destinato a raffreddarsi a metà 2022 , e che non influenzera’ la brillante crescita attuale dell’economia.
Sul fronte macro Usa, i numeri sul mercato del lavoro calcolati da Adp (Automated Data Processing) per ottobre, hanno segnalato la creazione di 571 mila nuovi posti di lavoro, largamente sopra i 523 mila di settembre e ai 400 mila previsti dalle stime. L’indice ISM (Institute for Supply Management) dei servizi ha sorpreso positivamente, con una robusta accelerazione, +4.8 a 66,7 punti, record di sempre.
La reazione del mercato obbligazionario alle decisioni della Banca Centrale Usa e’ stata un ridotto aumento dei rendimenti ed un minimo irripidimento della curva dei tassi: quello del Treasury Note a 10 anni si è portato a +1,60%, ed il differenziale di rendimento tra “il 5 ed il 30 anni”, è salito a 84pbs, confermando la tendenza delle 3 sedute precedenti.
Il future che misura l’inflazione attesa a 5 anni è risalito di 2bps a +2,46%, ma resta oltre 20 bps sotto ai massimi di +2,70% toccati a metà ottobre.
Sul fronte dei Governativi europei, torna la tranquillita’ e lo spread tra BTP decennale italiano e l’omologo Bund tedesco scende sotto 120bps (ore 12.45 CET), dai 138 di martedi’ 2 novembre, parallelamente al calo del rendimento del BTP decennale tornato sotto il +1,00%.
Il prezzo del petrolio WTE (West Texas Intermediate), dopo il calo del 3% di ieri, 3 novembre, recupera stamani oltre il +2,2% a 82,6 Dollari/barile. La debolezza di ieri era stata attribuita all'aumento delle scorte, il quinto nelle ultime 6 settimane, superiore a quanto previsto dagli esperti.
Nel frattempo l’Amministrazione Usa sembra voler aumentare il pressing sull’Opec+ (Organizzazione dei 13 maggiori esportatori di petrolio + partners) affinche’ incrementi la produzione giornaliera oltre i 400.000 barili già programmati, e contribuisca ad un graduale raffreddamento dell’inflazione, che e’ cresciuta soprattutto a causa delle componenti “oil&energy”.
Le parole di Jerome Powell su stabilita’ dei tassi (vicini a zero) e transitorietà dell’inflazione ed i nuovi massimi di Wall Street, sembrano aver contribuito alle positive chiusure delle Borse dell’Asia-Pacifico. Il Nikkei giapponese ha guadagnato +0,9%, il CSI 300 di Shanghai&Shenzen +1,0%, il Kospi coreano +0,3%.
Prosegue l’andamento erratico dei metalli preziosi ed il prezzo dell’oro che ieri, 3 novembre, era sceso di oltre il -1,5%, oggi recupera il +1,3%, riavvicinando la soglia sensibile dei 1.800 Dollari/oncia.
La mattinata europea vede tutti i listini in rialzo di circa mezzo punto percentuale, mentre i futures su Wall Street preludono ad una nuova apertura positiva per il Nasdaq.
Occhi aperti su diversi dati macro di rilievo negli Usa: richieste settimanali di sussidi di disoccupazione, indice Pmi (Purchasing managers Index) dei servizi, e prezzi alla produzione di ottobre.
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