Referendum per annessione alla Russia e mobilitazione parziale dei riservisti. Attesa per le decisioni del FOMC: stasera dovrebbe alzare i tassi di 75 bps. Tensione sui rendimenti dei Governativi europei, pesano le banche centrali. Robusta crescita economica in Asia: per la prima volta Cina sotto la media.
Sui mercati finanziari pesa l’attesa per la decisione della Banca Centrale Americana (Federal Reserve – FED) sui tassi di interesse. Il FOMC (Comitato di politica monetaria della FED) annuncera’ oggi una nuova robusta “stretta monetaria”, tanto che viene ritenuto possibile un rialzo di 100 punti base, pur di contrastare l’ascesa dei prezzi.
In parallelo cresce la paura per gli effetti di un rialzo troppo rapido e ampio sulla congiuntura economica: stasera, alle 20.00, ora italiana, il Chairman della Federal Reserve Jerome Powell cerchera’ di illustrare agli operatori economici, cosi’ come gia’ fatto dopo i precedenti rialzi, fino dove la Federal Reserve vuol spingersi, consapevole delle ricadute negative sulla crescita.
Ieri le Borse europee, dopo aver tentato un recupero nelle fasi iniziali della seduta, sono peggiorate per chudere in perdita: Milano -1,6%, Londra -0,6%, Francoforte -1,0%, Parigi -1,3%. Umore negativo evidente anche a Wall Street, specie dopo il profit warning di Ford causato da costi crescenti e problemi di approvvigionamento: S&P500 -1,1%, Dow Jones, Nasdaq -1,0%.
Il mercato obbligazionario risente della svolta restrittiva delle banche centrali per contrastare l’inflazione: il Treasury Note dieci anni rende ai massimi dal 2011, +3,55%, ed il 2 anni rivede i massimi del 2007, a +3,96%.
Anche in Europa fa paura la corsa dei rendimenti dei titoli governativi. Quello del BTP decennale italiano ha toccato i massimi dal 2013 salendo a +4,22%, per poi chiudere a +4,17%, +11 bps sul livello di apertura: in tensione anche quello del Bund decennale tedesco, +1,92%, massimo da 10 anni.
Lo spread tra BTP e Bund tedesco e’ stabili, chiudendo la seduta attorno 225 punti base, dai 226 della mattinata. Intanto la Banca Centrale Europea non cambia narrativa: la Presidente Lagarde ribadisce che "il forte rialzo dei tassi dipenderà dall’ inflazione" e i “prossimi rialzi saranno decisi riunione per riunione". "Non lasceremo che si crei un problema durevole di inflazione" ha concluso.
Ieri la Borsa di Mosca ha chiuso malissimo, -8,8%, dopo l’annuncio del referendum per l'annessione alla Russia da parte dei separatisti dell’autoproclamata repubblica di Luhanks (Donbass ucraino) da tenersi il 23/27 settembre. A cio’ ha fatto seguito quello del Presidente russo Putin stamane, di una parziale mobilitazione dei riservisti, fino a 300 mila soldati.
Nel suo discorso Putin ha rimarcato la minaccia all’integrita’ territoriale russa rappresentata da Nato, Stati Uniti ed Europa e la loro ingerenza e supporto militare all’Ucraina. La mossa potrebbe causare reazioni nell’opinione pubblica russa, sinora non direttamente toccata dall’”operazione speciale” avviata il 24 febbraio.
Le novita’ dal Cremlino hanno avuto immediato impatto sul mercato valutario: l’Euro/Dollaro e’ sceso sotto 0,99, il Dollaro/Yuan cinese a 7.06, minimi da 2 anni. Insomma, una sorta di corsa a Dollaro che veleggia ai massimi di 20 anni nei confronti delle principali monete internazionali: l’indice del Dollaro punta a nuovi massimi storici verso 111. (ore 13.00 CET)
Reazioni visibili sui prezzi di petrolio e gas: il WTI (greggio di riferimento Usa) vale 86,4 Dollari/barile (+2,9%), mentre il prezzo del gas naturale europeo, alla chiusura di ieri sulla piattaforma TTF-Amsterdam, e’ salito a 194 Euro/megawattora (+6,6%).
Macro Usa: ieri, 20 settembre, i dati sui nuovi cantieri e permessi di costruzione negli Stati Uniti ad agosto confermano la crescente debolezza prospettica del mercato immobiliare: il numero di nuovi cantieri abbia sorpreso positivamente, con +10 % su luglio, ma deludono i permessi di costruzione, +1,517 milioni vs attese di 1,604.
Tassi di interesse in aumento e recessione incombente potrebbero determinare un’accelerazion al ribasso dei prezzi delle case.
La Banca Centrale Svedese ha inaspettatamente alzato i tassi di +100 bps, anticipando un altro rialzo da +50 bps nel quarto trimestre ed uno da +25 bps nel 2023: prevede terminal rate a +2.5%, ma il mercato obbligazionario sconta +3.5%. L’economia ne soffrira’ e la Corona svedese si e’ immediatamente indebolita verso Dollaro ed Euro.
Al contrario di ieri mattina, stamane l’indice Dow Asia perde oltre -1%. Guida la discesa il Nikkei giapponese, -1,2%, insensibile all’inattesa decisione della Banca Centrale del Giappone di aumentare di circa 1 miliardo di Dollari il quantitativo giornaliero di obbligazioni acquistate sul mercato per contrastare lo “sgradito” aumento dei rendimenti.
La Banca Asiatica dello Sviluppo (ADB) vede “rosa” sulla crescita asiatica: il GDP dell’area salirebbe +4,3% nel 2022 e +4,9% nel 2023, con la Cina che, per la prima volta negli ultimi 30 anni, crescera’ meno della media.
L’ADB non basta a migliorare l’umore delle Borse: Hang Seng di Hong Kong -1,5%. CSI300 di Shanghai&Shenzen -1%, Kospi coreano-1%, Sensex indiano -0,3%.
In attesa delle decisioni della FED e relativamente indifferente alle notizie dalla Russia, i listini europei sono praticamente fermi a fine mattinata. Privi di direzione anche i future su Wall Street. (ore 13.15 CET)
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