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WisdomTree - Tactical Daily Update - 13.03.2025

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Inflazione Usa in rallentamento: forse segnala debolezza consumi?
Ieri bene le borse europee, a Wall Street un timido recupero solo del Nasdaq.
Oro verso nuovi massimi? Pare di sì, insieme ad argento, rame, alluminio.
Cina promette risposte adeguate ai dazi Usa, ed il suo export continua a brillare.


Il 12 marzo, le Borse europee hanno registrato un rimbalzo, con guadagni mediamente sopra l’1%, un recupero alimentato da alcuni segnali di distensione sul fronte ucraino, dalla persistente ma meno preoccupante guerra dei dazi e da un'inflazione statunitense che, sebbene rimanga alta, mostra segnali di rallentamento a febbraio.
Inoltre, un altro fattore di supporto è stato il commento del presidente Donald Trump, che non vede recessione all'orizzonte per gli Stati Uniti, mentre l'Ucraina ha accettato una tregua di 30 giorni con la Russia, che valuterà la proposta, offrendo così qualche spiraglio per una possibile soluzione al conflitto.
Wall Street ha chiuso contrastata dopo la lunga serie di ribassi dei giorni precedenti. Il Dow Jones ha perso -0,20%, il Nasdaq ha guadagnato +1,22%, e lo S&P 500 +0,49%.
Gli investitori, pur restando in attesa di sviluppi geopolitici e monetari, sembrano aver abbassato il livello di preoccupazione per la guerra dei dazi, che continua a evolversi con continui cambiamenti di direzione e improvvisi dietrofront.
L’Unione Europea ha risposto con fermezza ai nuovi dazi imposti dagli Usa su acciaio e alluminio, annunciando contromisure per 26 miliardi di euro. Questo provvedimento è stato adottato poche ore dopo l’entrata in vigore dei dazi del 25% imposti dal presidente Trump.
La Cina, dal canto suo, ha dichiarato che adotterà tutte le misure necessarie per proteggere i propri interessi, segnando un altro capitolo nella guerra commerciale. Trump aveva sorpreso i mercati con l'annuncio di un raddoppio delle tariffe sull’acciaio e alluminio importati dal Canada, ma dopo un iniziale shock ha ritrattato la sua posizione, quando Ottawa ha risposto con l’introduzione di dazi per US$ 20 miliardi sui prodotti americani.
Sul fronte inflazione Usa, sebbene i prezzi continuino a crescere, i dati di febbraio mostrato un rallentamento. I prezzi al consumo sono aumentati +0,2% mensile rispetto a gennaio, una crescita inferiore alle attese di +0,3%. Il tasso di inflazione annuale si è ridotto dal 3,0% al 2,8%, un dato positivo sebbene ancora lontano all’obiettivo del 2% della Federal Reserve.
L'indice "core", che esclude i prezzi dei beni alimentari ed energetici, è salito +0,2%, mentre quello annuale è sceso dal 3,2% al 3,1%. Questo rallentamento potrebbe influenzare la politica monetaria della Fed, orientandola verso un approccio più espansivo.
Al momento, i mercati prevedono che la Fed possa decidere di ridurre i tassi di interesse in tre occasioni entro fine 2025, con un primo taglio a giugno 2025. La prospettiva di tassi più bassi potrebbe rendere assetche non pagano rendimenti, come l’oro, più attraenti.

L’euro resta forte sul dollaro, restando sopra 1,09, frutto della specifica debolezza della valuta americana, che potrebbe contribuire a ridurre alcuni squilibri commerciali globali, sebbene i dazi imposti dal governo degli Stati Uniti comportino un immediato aumento dei costi per le imprese e i consumatori.
Anche le altre valute hanno mostrato recuperi sul dollaro, ad eccezione dello yen, che corregge dopo la recente salita. Bitcoin resta volatile, attorno 82.000 dollari.
Bond market: in Europa, lo spread tra BTp italiani e Bund tedeschi decennali rimane stabile a 111 punti base, col rendimento del BTp benchmark sceso leggermente al 4%, dal 4,01% della vigilia. I rendimenti dei Govies statunitensi non hanno registrato significativi cambiamenti dopo la pubblicazione dei dati sull’inflazione.
Le borse asiatiche oggi, 13 marzo, si sono mosse in maniera contrastata. A Tokyo, l’indice Nikkei 225 ha perso -0,1%, con il rafforzamento dello yen a 147,9 vs dollaro. Nell’area cinese, Hang Seng, CSI 300 e Taiex hanno registrato perdite tra -1% e -1,2%. Nonostante queste fluttuazioni, l’interesse degli investitori globali per la Cina e Hong Kong continua a crescere, specialmente grazie ai progressi del paese nel settore dell’intelligenza artificiale, visti come un punto di forza economico.
A Wall Street, dopo il “lunedì nero” del Nasdaq. -4%, si è verificato un rimbalzo, ma i future suggeriscono che potrebbe rivelarsi temporaneo. I titoli tecnologici, ancora una volta cercano un equilibrio dopo un periodo di forti vendite che ha visto una flessione di circa -17% da metà febbraio per le cd Magnifiche 7.
Tesla è rimbalzata, +7,6%, nonostante le previsioni di un trimestre difficile sulle consegne, mentre Nvidia ha segnato +6,4%, con alcuni analisti che suggeriscono che la recente correzione del titolo rappresenti un'opportunità di acquisto.
Il petrolio Brent ha registrato un aumento del 2%, toccando 71 dollari/barile, grazie al migliorato sentiment derivante dalla lettura dell’inflazione negli Stati Uniti. Le scorte di greggio Usa sono aumentate più del previsto (+1,448 milioni barili), e l'utilizzo della capacità degli impianti è salito all'86,5%. Il prezzo dell'oro, al terzo rialzo consecutivo, avvicina il recente record di 2.956 dollari/oncia, favorito dalla debolezza del dollaro e dal rallentamento dell’inflazione Usa.
Sul fronte obbligazionario, la lettura dei dati sull'inflazione non ha mosso i rendimenti dei Treasury Usa, col decennale stabile al 4,28%.

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