Buongiorno a tutti. L’analisi di oggi si concentra sulle obbligazioni dei paesi emergenti, con l’obiettivo di determinare se rappresentano una scelta di investimento vantaggiosa o meno. Esamineremo le variabili che caratterizzano queste obbligazioni per rispondere a questa domanda.
Buona lettura a tutti e, in caso di domande, non esitate a lasciare un commento.

1. VANGUARD EMERGING MARKETS GOVT BOND
L’ETF preso in studio è il Vanguard Emerging Markets Government Bond ETF, identificato dal ticker VWOB, con una duration di 6.9 anni, come mostrato nella figura sottostante.
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Vanguard Emerging Markets Government Bond ETF. Grafico settimanale

Le grafiche successive illustrano la sua esposizione geografica, la qualità delle obbligazioni in esso contenute e la loro scadenza media.
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Esposizione geografica dell’ETF. Fonte: Vanguard

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Rating del credito dell’ETF. Fonte: Vanguard

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Scadenza delle obbligazioni. Fonte: Vanguard

Un dato importante da tenere in considerazione per il proseguo dell’analisi è che il 44.9% del paniere totale dell’ETF è costituito da obbligazioni con un rating inferiore alla tripla B (BBB).

2. ANALISI TECNICA VWOB
Osserviamo la grafica successiva.
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Analisi tecnica VWOB. Grafico giornaliero

A partire dal 2 febbraio 2023, il prezzo dell’ETF ha iniziato una tendenza ribassista, oscillando tra un supporto statico a 60.3$ e una resistenza dinamica. Questo movimento ha creato un modello di analisi tecnica ribassista, un triangolo discendente. Il 21 settembre, il prezzo ha rotto al ribasso questo modello, innescando un ulteriore calo. Da quel momento, si è formato un modello rialzista, un doppio minimo, con il prezzo che ha confermato quest’ultimo rompendo al rialzo la neckline. In sintesi, l’ETF ha mostrato una tendenza ribassista dall’inizio dell’anno, ma nel brevissimo termine ha fornito segnali rialzisti.

3. VWOB E DOLLARO AMERICANO: LA CORRELAZIONE DA CONOSCERE
Il motivo per cui l’ETF obbligazionario sui paesi emergenti ha mostrato un rialzo, dopo la formazione di un doppio minimo di inversione, è illustrato nel grafico seguente: la sua correlazione negativa con il dollaro americano. Infatti, quando il dollaro americano ha iniziato a seguire un trend ribassista all’inizio di ottobre, l’ETF ha guadagnato la spinta necessaria per invertire la tendenza al rialzo.
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La correlazione fortemente negativa tra VWOB e dollaro americano. Grafico giornaliero

È fondamentale sottolineare che i Paesi emergenti sono fortemente influenzati dal dollaro americano. La correlazione negativa mostrata nel grafico precedente può essere estesa anche a un intervallo di tempo molto più ampio.
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La correlazione negativa tra VWOB e dollaro americano su timeframe settimanale

La correlazione tra i paesi emergenti e il dollaro americano è facilmente spiegabile: come i paesi più sviluppati, anche i paesi emergenti emettono obbligazioni come fonte di finanziamento. Tuttavia, le valute in cui sono denominate le obbligazioni emergenti presentano un problema di forte volatilità, come illustrato nelle due grafiche successive.
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La grande volatilità del tasso di cambio USD/BRL (dollaro americano/real brasiliano). Grafico giornaliero

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La grande volatilità del tasso di cambio COP/EUR (peso colombiano/euro). Grafico giornaliero

Se i paesi emergenti emettono le loro obbligazioni in valuta locale, come in peso colombiani o in real brasiliani, devono offrire rendimenti molto alti a causa del “rischio di cambio”. Questo rischio indica che più la valuta in cui è denominato il bond si deprezza rispetto alla valuta detenuta dal creditore, più alto è il rischio di cambio per l’investitore.
A causa di questo rischio e della volatilità dei tassi di cambio, come mostrato nelle due grafiche precedenti, gli investitori potrebbero essere riluttanti ad acquistare bond in valuta emergente. Pertanto, i paesi emergenti emettono obbligazioni denominate in dollari americani, assumendosi il rischio di cambio, rendendo così le obbligazioni più attraenti per gli investitori.
Tuttavia, quando il dollaro si rafforza rispetto alle valute “deboli”, i paesi emergenti devono pagare interessi più elevati, poiché necessitano di più valuta emergente per coprire la svalutazione. Di conseguenza, il debito diventa più oneroso da rimborsare in termini di valuta locale e, da qui, deriva la correlazione inversa tra VWOB e il dollaro americano.

4. DOLLARO AMERICANO E POLITICA MONETARIA
Pare quindi che le performance delle obbligazioni dei paesi emergenti siano strettamente correlate alle performance del dollaro, sia attuali che future. Per valutare se questi bond possano rappresentare un’opportunità, è fondamentale comprendere la dinamica che attualmente e nelle prossime settimane influenzerà il dollaro americano: la Federal Reserve.
Come si può osservare nel grafico seguente, esiste una correlazione positiva tra LQDH/LQD e il dollaro. Questo implica che, quando le aspettative di una politica monetaria più restrittiva si rafforzano, anche il dollaro si rafforza, mentre si indebolisce nel caso opposto.
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La correlazione positiva tra aspettative di politica monetaria e dollaro americano. Grafico giornaliero

Ho trattato in maniera più approfondita l’indice LQDH/LQD nell’analisi precedente, reperibile al link:

Rally di fine anno: settore immobiliare una buona scelta?


È importante notare che l’indice tende a salire quando la politica monetaria si inasprisce, mentre tende a scendere quando i tassi di interesse vengono ridotti. Come si può vedere nell’immagine seguente, l’indice solitamente anticipa le mosse della Federal Reserve. Questo perché è basato sul sentiment degli investitori che, attraverso l’acquisto e la vendita di LQDH e LQD, esprimono le loro aspettative.
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La correlazione positiva tra LQDH/LQD e tassi di interesse. Grafico giornaliero

Ritornando al nostro argomento, come illustrato nel grafico successivo, la recente debolezza del dollaro è stata scatenata dalla convinzione degli investitori che la FED sarà meno “hawkish” nel prossimo periodo. La rottura al ribasso della trendline rialzista di LQDH/LQD è avvenuta in seguito alle dichiarazioni di J. Powell nel meeting del 1° novembre scorso.
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Le recenti prestazioni negative di LQDH/LQD e del dollaro americano. Grafico giornaliero

Sarebbe quindi saggio tenere d’occhio LQDH/LQD: se continuerà la sua tendenza ribassista, è probabile che il dollaro seguirà la stessa tendenza, a patto che il coefficiente di correlazione si mantenga in territorio positivo. In tal caso, e in base ai concetti discussi, anche i bond governativi emergenti dovrebbero registrare buone performance. Pertanto, la prospettiva a breve termine è positiva, ulteriormente supportata dall’andamento rialzista dell’ETF. Ma a medio termine?

5. OBBLIGAZIONI EMERGENTI NEL MEDIO TERMINE: E SE FOSSE RECESSIONE?
Tra gli scenari possibili per il prossimo anno, c’è la possibilità di una recessione. Le obbligazioni occupano uno dei posti più bassi nella scala del rischio: sono infatti tra le classi di asset più sicure, ma meno redditizie. Quindi, in caso di recessione, gli investitori potrebbero cercare rifugio acquistandole. Ma vale lo stesso per le obbligazioni dei paesi emergenti, in particolare per i bond contenuti nell’ETF VWOB? Per rispondere a questa domanda, consideriamo il grafico seguente, che mostra la performance dell’ETF durante il crollo del mercato innescato dalla pandemia nel 2020:
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Il crollo dell’ETF VWOB nel 2020. Grafico giornaliero

L’ETF ha subito un calo di quasi il 30%. Perché le obbligazioni non sono state acquistate, ma vendute in modo significativo? La risposta è semplice: non tutte le obbligazioni sono uguali o, almeno, sicure. Esistono obbligazioni più rischiose, meno rischiose, più redditizie e meno redditizie. Le obbligazioni contenute nell’ETF sono rischiose e redditizie: infatti, come abbiamo osservato in una delle figure del primo paragrafo, il 44.9% di esse ha un rating inferiore a BBB e, per lo stesso motivo, sono considerate speculative (high yield). Durante una recessione, gli investitori tendono ad acquistare asset a basso rischio, come l’oro e le obbligazioni sovrane “sicure” come il Bund tedesco o i Treasury americani! Un ulteriore aspetto da considerare è rappresentato nel grafico seguente.
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Il dollaro tende ad apprezzarsi in contesti di avversione al rischio a causa dell’aumento della sua domanda, penalizzando in questo modo le performance delle obbligazioni dei Paesi emergenti. Grafico giornaliero

Durante periodi di instabilità economica e finanziaria, il dollaro tende ad apprezzarsi a causa dell’aumento della domanda da parte degli investitori. Questi ultimi, infatti, vendono la loro valuta per acquistare dollari americani, necessari per l’acquisto di asset rifugio come i Treasury americani. Più il dollaro si rafforza, più i mercati emergenti tendono a soffrire a causa dell’aumento del costo degli interessi sul debito.
L’ETF VWOB, data la sua natura rischiosa, tende a registrare buone performance durante periodi economici favorevoli, caratterizzati da una maggiore propensione al rischio da parte degli investitori. Infatti, come illustrato nel grafico seguente, esiste una correlazione positiva tra l’ETF e l’indice PMI composito misurato a livello globale.
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Le obbligazioni governative dei mercati emergenti tendono ad apprezzarsi in contesti economici favorevoli. Grafico mensile

Al contrario, i Treasury americani, essendo a basso rischio, tendono ad apprezzarsi durante periodi economici sfavorevoli. Questo spiega la correlazione inversa mostrata nel grafico seguente tra l’ETF IEF, che replica il movimento dei titoli di stato americani con scadenza tra 7 e 10 anni, e l’indice PMI composito globale.
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Le obbligazioni governative statunitensi tendono ad apprezzarsi in contesti economici non favorevoli. Grafico mensile

E, curiosamente, quando è che il dollaro tende a registrare le migliori performance? Proprio durante il rallentamento dell’economia globale:
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Il dollaro e il PMI composito globale sono legati da una correlazione inversa. Grafico mensile

Concludiamo l’analisi affermando che, nel breve termine, VWOB potrebbe registrare buone performance grazie alle aspettative di una politica monetaria meno “hawkish”. Tuttavia, nel medio termine, le sue prestazioni saranno sicuramente influenzate dalle aspettative di recessione del mercato. Per monitorare queste aspettative a livello globale… beh, aspettate qualche giorno, perché sarà l’argomento della prossima analisi. A presto!








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