Le quotazioni dei principali indici di Borsa a livello globale hanno registrato una seduta con segni misti. Oggi sarà una giornata molto importante sul fronte dei dati macro dal momento che verranno pubblicati i dati sull’inflazione degli Stati Uniti di agosto. Il mercato si aspetta che l’indice dei prezzi al consumo (CPI) si attesti al 3,6% anno su anno dal 3,2% precedente. Il dato core è invece atteso in calo al 4,3% dal 4,7%. Un’inflazione persistente darà alla Fed più spazio per alzare ulteriormente i tassi o mantenerli alti più a lungo. Tuttavia, secondo le recenti indiscrezioni riportate dal Wall Street Journal, la Federal Reserve sarebbe propensa a fare una pausa nel rialzo dei tassi di interesse nella prossima riunione in agenda il 19-20 settembre, ma rimane la possibilità che un ulteriore rialzo possa essere effettuato entro la fine dell’anno. Secondo il quotidiano finanziario l’urgenza di alzare di nuovo i tassi per combattere l’inflazione si sarebbe attenuata significativamente. Secondo il CME FedWatch Tool, a settembre i tassi dovrebbero rimanere invariati al range 5,25%-5,5% con una probabilità del 93%, mentre la probabilità che la Banca centrale USA aumenti il costo del denaro dello 0,25% a novembre è di circa il 37%. A luglio la Fed ha alzato i tassi di 25 punti base, al nuovo range compreso tra il 5,25% e il 5,5%, record degli ultimi 22 anni, e si prevede che li mantenga a questi livelli almeno fino a metà del 2025. Guardando al Vecchio Continente, ieri l’indice ZEW sul sentiment dell’economia tedesca ha superato le attese passando a -11,4 dal -12,3 di agosto, oltre le stime a -15.
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