EUR-AUD #3

Mis à jour
### EUR

Partendo analizzando la politica monetaria, durante l’ultima press conference delle BCE non si è parlato del PEPP il che potrebbe riflettere implicitamente che la banca è più fiduciosa oggi che il meccanismo di trasmissione sta svolgendo il suo compito senza aggiungere in questo momento ulteriori restrizione (ovvero ha riconosciuto un’economia in contrazione). Con i tassi svantaggiati l’unico modo per uscire da una situazione di tassi in svantaggio sarebbe quella di tagliare dopo la FED ma secondo Wells Fargo non sarà così essendo che nelle sue previsioni entrambe cominceranno a tagliare i tassi a giugno 2024. Notiamo però come questa previsione è troppo nel futuro per essere precisa e avere grossi impatti, tant’è che HSBC prevede che la BCE cominci a tagliare ben 6 mesi dopo.

Guardando invece i flussi di BNP Paribas notiamo come l’EUR è la moneta con più posizione ribassiste (e a questi livelli anche l’unica) del G10. Inoltre notiamo come WestPac ha affermato di vedere nel prossimo futuro ulteriori ribassi dell’euro rispetto al dollaro Australiano.

Le stime rapide dei PMI della zona euro per ottobre sono risultate estremamente deboli vedendo scendere ulteriormente il PMI composito da 47.2 a 46.2 arrivando a toccare i livelli del 2020. Il componente dell'occupazione del PMI composito è sceso da 50,8 a settembre a 49,4 a ottobre, un livello che è coerente con un impiego moderatamente in contrazione. Livelli più bassi di occupazione dovrebbero portare a una crescita salariale più bassa e, di conseguenza, ridurre le pressioni inflazionistiche sottostanti alla fine. l rapporto PMI conteneva anche alcuni indicatori a breve termine che suggeriscono una diminuzione delle pressioni sui prezzi, con l'indice dei prezzi di produzione nel settore manifatturiero ben al di sotto del livello di 50.

A ottobre, l’andamento a rialzo della disoccupazione tedesca è proseguita per il nono mese consecutivo, con un aumento stagionalmente corretto al 5.8% dal 5.7% (arrivando al livello più alto da più di due anni). Anche la disoccupazione per settembre è stata rivista leggermente a rialzo da 10000 a 12000. L’occupazione ha assistito ad un guadagno di solamente 1000 unità in più ma la cosa più importante è la revisione dei posti di agosto, qui siamo passati da un +34000 ad un -10000. Il numero di posti vacanti arriva ai minimi da luglio 2021 con solamente 730000.

Parlando ora di consumatori le vendite al dettaglio a settembre si sono contratte, per il terzo mese consecutivo, dello 0.3% guidate dalle vendite core a -1.9%. Con la fiducia dei consumatori che è scesa nei mesi recenti e le intenzioni di acquisto delle famiglie ancora storicamente basse, la spesa per acquisti di grande entità è probabile che rimanga molto contenuta in questo trimestre e forse anche all'inizio del nuovo anno. Il sondaggio sulle aspettative dei consumatori condotto dalla BCE suggeriscono che le famiglie stanno diventando sempre più pessimistiche riguardo alle prospettive di crescita per i prossimi dodici mesi. La previsione media di crescita del PIL è scesa di 0.4 punti a -1.2% YoY.

Anche il settore edilizio è in difficoltà, i PMI edilizi tedeschi hanno riscontrato un ulteriore calo (quattro mesi su cinque) attestandosi a 38,3, segnalando il ritmo più rapido di contrazione dal crollo iniziale durante il lockdown di aprile 2020. Anche il PMI delle costruzioni in Francia ha segnalato un calo più pronunciato ad ottobre, con l'indice dell'attività in calo di 2,7 punti, toccando un minimo di dieci mesi a 41,0. In modo più incoraggiante, l'indice italiano è salito a un massimo di undici mesi ad ottobre (51,8). Nonostante ciò, il PMI aggregato dell'area euro è sceso al suo minimo in dieci mesi (42,7). Quindi, forse non sorprendentemente, le imprese hanno nuovamente segnalato la volontà di ridurre il personale.

La produzione industriale tedesca segnalano un notevole calo delle arrività nel mese di settembre; la produzione complessiva è diminuita per il quarto mese consecutivo, registrando una diminuzione del 1,4% rispetto al mese precedente, con un calo del 3,7% rispetto all'anno precedente e un calo del 8,5% rispetto al periodo pre-pandemico. Inoltre, ciò ha portato la produzione industriale a diminuire del 2,1% rispetto al trimestre precedente nel terzo trimestre, il terzo calo trimestrale negli ultimi quattro e il più accentuato degli ultimi due anni. In effetti, la gravità dei dati odierni solleva la significativa possibilità di una revisione al ribasso della contrazione dello 0,1% riscontrata inizialmente nel PIL. Le pressioni sui prezzi alla produzione sottostante hanno continuato a diminuire ulteriormente, con un'infrazione core del PPI (escludendo l'energia) che è scesa a un minimo di quasi tre anni, pari al 0,5% rispetto all'anno precedente, circa 15,5 punti percentuali al di sotto del picco dell'anno scorso. E dato l'andamento debole della domanda, ciò dovrebbe tradursi in una minore inflazione dei beni di consumo nei prossimi trimestri.

Inoltre l’euro è salito leggermente in questa ultima settimana anche grazie ad una possibile ripartenza Cinese ma con gli ultimi dati che abbiamo notiamo come le esportazioni dalla Cina sono calate più del previsto rispecchiando una domanda estera più debole con le condizioni finanziare globali che stanno rallentando.

### AUD

Partendo analizzando la politica monetaria abbiamo dati nuovi questa settimana. Infatti durante l’ultima seduta la RBA ha deciso di aumentare di 25bp il suo tasso d’interesse portandolo al 4.35% notando che l’inflazione probabilmente non scenderà sulla traiettoria che si sta cercando di ottenere. La RBA inoltre ha rivisto le sue previsioni inflazionistiche in leggero rialzo per il 2024 portandole da un 3.3% al 3.5%. Ha riconosciuto inoltre un mercato del lavoro più resiliente del previsto e dunque abbassato le sue stime per il tasso di disoccupazione per la fine del 2025 portandola dal 4.5% al 4.25%. Da ora non ci aspettiamo più ulteriori rialzi. Inoltre ci aspettiamo un graduale taglio dei tassi molto più rivolto verso il 2025 il che mette in una posizione di neutralità/superiorità il dollaro Australiano, rispetto all’Euro, quando si va a parlare di Carry. Come mostrato anche dall’indice di rischio globale di BNP Paribas, ora le monete del G10 si trovano in una modalità di Risk-On e dunque il maggior beneficiario di questo è proprio il Dollaro Australiano. Inoltre Questa operazione è buona anche in caso di una de-escalation e per coprirsi su un’altra operazione aperta contro l’euro (EUR-USD #2). Guardando l’esposizione di BNP Paribas si può notare inoltre come il dollaro Australiano è la moneta con più capitale al suo interno.

Il prezzo del ferro rimane ben sostenuto il che dà un altro vantaggio al dollaro grazie alla sua esportazione di questo materiale verso la Cina la quale ha visto le importazioni salire più delle aspettative andando ad un +3%, rispecchiando che le attuali politiche monetarie stanno aiutando la domanda interna. Dunque se ci dovesse essere una ripresa cinese più forte del previsto l’euro ne “beneficerebbe” sicuramente, ma il AUD sarebbe colui che trarrebbe più vantaggi dati i stretti rapporti.

Le vendite al dettaglio sono salite del 0.2% del terzo semestre interrompendo una discesa consecutiva nei 3 trimestri precedenti. L’immagine generale che ci restituiscono questi dati è una situazione di stabilizzazione dopo una caduta profonda; se andiamo però a vedere i real retail sales (le vendite al dettaglio aggiustate all’inflazione) queste sono ancora in territorio negativo annualmente. Un segnale particolarmente positivo di questi dati è il fatto che che i beni per la casa sono cresciuti del 0.8 QoQ andando dunque a “stabilizzare” la caduta di oltre il 10% nei 4 semestri precedenti.

I dati di CoreLogic per ottobre indicano che i prezzi delle case sono cresciute di un ulteriore 0.9% andando così a solamente un 0.5% di distanza dal record di aprile 2022. Dopo questa crescita si prevede che questa crescita continuerà anche l’anno prossimo portandosi ad un +5%. Il mercato immobiliare è teso in questo periodo per due motivi: i tassi d’interesse mettono pressione per abbassare i prezzi delle case mentre la scarsità di offerta mette pressione per alzarli. Andiamo ad analizzare questi due eventi: Le approvazioni per nuove case sono rallentate proprio nel periodo di crescita più veloce dagli anni ‘50; questo ha portato ad un rallentamento ulteriore dell’offerta in relazione alla domanda spingendo i prezzi a rialzo. Parlando con dati alla mano gli immigrati sono stati circa mezzo milione nel 2022/2023 e gli arrivi mensili suggeriscono un ulteriore aumento quest’anno. La diminuzione del ritmo di approvazione di nuove case ha accelerato l’accumulazione della sotto-offerta di case. Per risolvere questo problema il governo ha dichiarato di voler produrre 240000 approvazioni di nuove case a partire da luglio 2024. Un altro dato che ci indica l’incredibile sotto-offerta di case è il nuovo record a ribasso di affitti vacanzieri e i costi di questi in aumento.

Nel medio termine i tassi d’interessi più elevati hanno diminuito la capacità di pagare degli acquirenti spingendo la domanda a ribasso e di conseguenza i proprietari di case a diminuire i prezzi di queste per esigenza di denaro. Questo dovrebbe continuare a mettere un freno agli aumenti dei prezzi a meno che i salari aumentino o i costi per aprire un mutuo crollino. Da notare però che come ha affermato AMP nel breve termine il driver rimane ancora la scarsità di offerta.

SHORT EUR-AUD @1.67, Stop Loss @1.69, Target 1 @1.63 (50% operazione), Target 2 @1.62 (100% operazione).

Da notare come questa operazione è stata aperta anche da Goldman Sachs con target 1.62; questa però è stata chiusa in perdita a causa della forte reazione a ribasso dei mercati sui nuovi tassi d’interesse della RBA, interpretati come gli ultimi rialzi. I fondamentali dopotutto rimangono gli stessi e dunque anche il nostro BIAS. Notiamo inoltre come il prezzo medio delle operazioni long dei retail è 1.665, più basso dei livelli attuali e il COT indica una diminuzione di posizione Long sull’EURO e una diminuzione dei quelle Short sul dollaro Australiano.
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