Rallenta, senza schiantarsi, l’attivita’ europea nei servizi. Inflazione in calo in Europa a maggio, soprattutto nei prezzi all’ingrosso PPI. Paura passata per il tetto al debito pubblico Usa: what’s next? L’Arabia Saudita taglia 1 milioni di barili/giorno contro debolezza prezzo.
I listini azionari europei hanno brillato nelle ultime 2 sedute della scorsa settimana, sostenuti dall’evoluzione favorevole della discussione sull’innalzamento del tetto al debito pubblico Usa: il disegno di legge e’ stato prima approvato dalla Camera Usa, poi venerdi’ dal Senato, dove i Democratici hanno larga maggioranza, e infine il Presidente Biden ha firmato la Legge.
Che si tratti di un’autorizzazione ad aumentare ulteriormente il debito Usa non sembra preoccupare nessuno: analisti ed economisti mettono in conto una ricca sequenza di emissioni di titoli governativi che “asciugheranno” i depositi bancari, ma permetteranno al Tesoro di pagare spese correnti e ripristinare la giusta liquidità.
Dopo il forte calo di mercoledi 31 maggio, giovedi’ 1’ giugno si sono visti brillanti rialzi per le borse europee: Milano +2,0%, Madrid +1,3%, Francoforte +1,2%, Amsterdam +1,0%, Parigi e Londra +0,6%. Con gli ulteriori piccoli progressi di venerdi’ 2 (Festa della Repubbblica in Italia), il saldo settimanale è salito a +1,3% e qeullo annuale a +14,2% per Milano, +1,4% e +13,2% per Madrid, +0,4% e +15,3% per Francoforte.
Venerdi 2 e’ stata una giornata positiva e di riscossa per il “value” a Wall Street: Dow Jones +2,12%, Nasdaq +1,07%, S&P500 +1,45%.
I dati macro europei pubblicati nell’ultima parte della settimana non hanno brillato: gli indici Pmi (Purchasing managers index) manifatturieri dell'Eurozona sono ancora tutti ampiamente sotto 50 punti, cioe’ in area di contrazione economica, mentre quello aggregato dell'area Euro e’ pari a 44,8, al minimo da 3 anni.
L’inflazione e’ in calo nell'Euro-zona, avendo rallentato a +6,1% a maggio, dal 7% di aprile: corrono ancora i prezzi di cibo, alcol e tabacco, +12,5% annuale rispetto a +13,5% di aprile, mentre scende il prezzo dell'energia, -1,7% annuale a maggio, dal +2,4% di aprile. Ancora troppo alto e superiore alle aspettative, purtroppo, il +5,3% dell'indice “core”.
Non a caso il Presidente dell’ECB (Banca centrale europea) Lagarde dichiara: "non possiamo ancora dirci soddisfatti sulle stime dell'inflazione”, ma cominciamo a intravedere la fine del percorso di rialzo dei tassi: "Ci stiamo avvicinando alla quota di crociera, e questo significa che dobbiamo salire più gradualmente".
Sempre sul fronte “macro” europeo, registriamo che ad aprile la disoccupazione nell'Eurozona è scesa al 6,5%, dal 6,6% di marzo: in Italia migliora al 7,8%, dal 7,9%. Repubblica Ceca, 2,7%, e Germania, 2,9%, sonoo a livelli minimi record, mentre in Spagna, 12,7%, e Grecia, 12,2% i disoccupati sono ancora troppi, specie tra i minori di 25 anni, Spagna al 28,4% e la Grecia al 27,4%!
A maggio l’economia Usa ha creato ben 339 mila nuovi posti di lavoro nei settori non agricoli, oltre le aspettative degli analisti di 190 mila: inoltre il dato di aprile è stato migliorato, da 253 a 294 mila. Le nuove richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono state 232 mila, in linea con le 230 mila della settimana prima e alle stime di consenso.
Inflazione “core” ancora troppo alta e mercato del lavoro in grande salute rendono piu’ difficile una pausa nell’aumento del costo del denaro per la Banca centrale Usa (FED-Federal Reserve), anche se non mancano dichiarazioni “distensive” da parte di alcuni suoi rappresentanti.
Philip Jefferson ha spiegato che la FED sarebbe incline a mantenere invariati i tassi d'interesse a giugno per valutare le tendenze recenti e le prospettive economiche: parole simili quelle usate dal Presidente della FED regionale di Filadelfia Patrick Harker.
Dall’esame delle minute dell’ultimo Consiglio direttivo dell’ECB emergono molte preferenza per un incremento di 50 bps dei tassi, sebbene la scelta fu di “soli” 25 bps: sottolineati i rischi sull’inflazione e di “disancoraggio delle aspettative sulla stessa”. Gli analisti dell’ECB indicavano anche l’attesa di un'ulteriore moderata espansione del GDP (Prodotto interno lordo) nel 2’ e 3’ trimestre 2023.
La scorsa settimana ha visto una gradita discesa dei rendimenti dei Govies periferici europei: venerdi’ 2 il differenziale di rendimento tra il Btp decennale benchmark ed il Bund pari scadenza tedesco è sceso a 167 bps, col rendimento del BTP sotto 4,0%, a 3,99%, minimo da febbraio.
Oggi, 5 giugno, registriamo la decisione dell'Arabia Saudita, di tagliare “volontariamente” 1 milione di barili/giorno di produzione di petrolio.
La decisione, sicuramente sgradita a Usa e importatori “occidentali”, e’ la reazione al calo del prezzo in maggio, a sua volta dovuto ai timori di rallentamento dell'economia globale e di insufficiente ripresa cinese. Il WTI (greggio di riferimento Usa) sale +1,4% a 72,7 Dollari/barile. (ore 11.00 CET).
Oggi le Borse europee sono apatiche e poco impattate dai dati macro pubblicati nella mattinata: in Italia l'indice PMI servizi di maggio è sceso a 54 punti dai 57 di aprile. Negativo anche il dato francese Hcob Services PMI, sceso a 52,5 a maggio, dal 54,6 di aprile, al livello più basso da gennaio. In Germania l'indice è risultato in miglioramento per il 6’ mese consecutivo a 57,2, dal 56,0 di aprile.
Festa grande a Tokyo, dove il Nikkei, col +2,2%, ha chiuso ai massimi da 33 anni: senza variazioni di rilievo le altre borse asiatiche. Futures invariati sui maggiori listini Usa. (ore 13.30 CET)
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