Continua, anche senza grande slancio e impulsività, la ripresa del dollaro, sostenuta dal solito refrain dei banchieri centrali, che insistono nel mantenere i tassi ai livelli attuali, senza tagliarli almeno per ora, per sconfiggere definitivamente una inflazione, che ultimamente, è sembrata dare segnali di recrudescenza.

Ma l’altra ragione è che i dati americani, pubblicati ieri pomeriggio e relativi alle vendite al dettaglio, sono apparsi ancora in crescita a dicembre, in aumento dello 0.6%, al di sopra del consensus di +0.4%. Come al solito, notizie macro positive allontanano il taglio dei tassi, generando un risk off sui mercati.

Le principali borse mondiali hanno, in ragione di questo aumento dell’avversione al rischio, (generatosi in seguito alle aspettative degli investitori apparse eccessivamente ottimistiche sul taglio del costo del denaro), corretto al ribasso, anche se l’entità della discesa sembra ancora poco significativa.

Wall Street ieri ha ceduto qualcosa, con il Dow Jones a -0.25%, L’S&P 500 a -0.56% e il Nasdaq che ha chiuso anch’esso a -0.59%, il secondo giorno consecutivo di chiusure in rosso. Infine, il decennale americano ha toccato nuovamente il 4.1% dopo le parole di Waller.

VALUTE

Sui cambi, è proseguita la discesa di EurUsd che è andato al test di area 1.0840-50, livello chiave, al di sotto del quale il livello successivo si trova a 1.0810. Non sembra per ora, che vi possa essere una inversione, al massimo qualche correzione, con possibili pull back in area 1.0900-20, ma il trend sembra ben definito nei grafici a 2 e 4 ore.

Anche il Cable, nonostante i dati sul Pil siano usciti migliori delle attese, sembra orientato a scendere, se non riuscirà a violare l’area di 1.2705-10. Gli obiettivi eventuali sono posti a 1.2530-50. Un’altra super giornata per il UsdJpy che ha rotto 148.00 e ha raggiunto i primi target segnalati ieri a 148.15-20, superandoli e avvicinandosi in serata ai target finali che avevamo ipotizzato essere area 148.75.

Anche UsdCad ha rotto 1.3500 raggiungendo quota 1.3540 da cui ha corretto circa 30 pip. Quindi una giornata ancora pro-dollaro nella quale i cross sono risultati ancora demoltiplicatori di volatilità come EurJpy che ha comunque violato quota 161.00 per effetto di una maggior tenuta di EurUsd rispetto al UsdJpy.

Siamo comunque vicino a dei target per il dollar index, a 103.40 e 103.90, circa lo 0.50% di movimento al massimo dai livelli attuali, prima di una correzione che parrebbe dovuta. Nella notte poi abbiamo assistito a correzioni con il biglietto verde che ha leggermente ripiegato contro tutte le principali valute concorrenti, in un movimento che per ora appare solo come correttivo.

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PETROLIO E ORO

Mercoledì i futures sul greggio WTI sono scesi del 2% sotto i 71 dollari al barile a causa delle preoccupazioni sulla domanda futura. La crescita economica della Cina nel quarto trimestre è stata inferiore alle aspettative, mettendo in dubbio le proiezioni di un aumento della domanda cinese che guiderà la crescita globale del petrolio nel 2024. Inoltre, la forza del dollaro statunitense ha smorzato la propensione al rischio degli investitori. Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno condotto nuovi attacchi contro i militanti Houthi allineati all’Iran nello Yemen a seguito di un attacco a una nave greca nel Mar Rosso.

Per quanto riguarda l’oro, ci avviciniamo ai punti chiave sui grafici settimanali, supporti interessanti posizionati a 1.995 dollari l’oncia. La correlazione inversa con il dollaro rimane presente e l’eventuale spinta rialzista del biglietto verde potrebbe causare la rottura del supporto richiamato spingendo la discesa anche fino a 1.970, supporto successivo.

DATI MACRO

Il tasso di disoccupazione in Australia, si attesta al 3.9%, invariato rispetto ai livelli di novembre. Il numero di disoccupati è sceso di 8 mila unità a 573 mila, mentre coloro che cercano lavoro a tempo pieno sono diminuiti di 7 mila unità a 367 mila.

L’occupazione è diminuita di 65 mila unità per un totale di 14.2 milioni di lavoratori, deludendo le aspettative di mercato che erano per un incremento di 17 mila. I lavoratori a tempo indeterminato sono quasi 10 milioni, diminuiti di circa 106 mila mentre quelli a tempo determinato sono 4.5 milioni, in calo di 40 mila.

La giornata di oggi prevede l’uscita delle minute della BCE alle 13.30 e in seguito, alle 14.30 sono previsti i jobless claims negli Usa.

Buona giornata e buon trading.

Saverio Berlinzani



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