Nel giorno dell’inizio dell’embargo europeo e del price cap al petrolio russo il mercato petrolifero è stato caratterizzato da una seduta particolarmente volatile.

Il future sul greggio WTI era arrivato a guadagnare quasi il 3% ieri prima del crollo avvenuto nel pomeriggio, che ha invertito la rotta e spinto le quotazioni al di sotto dei 77 dollari al barile; la seduta si è poi chiusa a 77.4, mostrando un calo di oltre il 4%.

il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov ha affermato che Mosca sta già preparando la contro mossa, perché non accetterà il tetto dei 60 dollari al barile.

Ad alimentare l’inversione ribassista di ieri hanno inoltre contribuito i timori diffusi a Wall Street per un inasprimento della politica monetaria della Fed, visto l’ottimo stato di forma dell’economia Usa (gli ordini alle imprese di ottobre sono saliti dell’1%).

Nella precedente analisi sul petrolio (se non la trovate qui potete leggerla sul sito di tradingfacile.eu) avevo sottolineato come la dinamica tecnica non fosse cambiata rispetto alla precedente ottava e che quindi il retest degli 82 dollari avrebbe fornito occasione per riposizionarsi nuovamente in short limit, con stop a 85 dollari, primo target a 79 ed in estensione 77.50 dollari.

Dal grafico si può facilmente osservare come proprio in area 82 dollari il mercato abbia trovato difficoltà sul termine della scorsa ottava e che proprio da tale livello è partita la correzione che ha centrato in pieno i target proposti.

È probabile ora che la debolezza attuale si protragga fino a 75 dollari, dove è presente un supporto chiave che nel recente passato ha fornito sempre occasione di rimbalzo; a 74.50 è inoltre presente anche un supporto dinamico fornito dalla trendline ribassista che congiunge diversi swing di minimo fatti dal mercato negli ultimi 2 mesi.

In caso di eventuale breakout al ribasso di quota 74 dollari (confermato in chiusura di sessione) attendiamoci un’estensione delle vendite in prima battuta fino a 72.5 e successivamente a 68 dollari.

A meno che di assistere ad un recupero degli 82.50 dollari al barile, che supporterebbe poi un ulteriore allungo fino a 87 dollari, la dinamica operativa resta immutata e le eventuali salite costituiscono occasione per vendere il mercato; segnalo a tal proposito l’area compresa tra 79.20 e 80 dollari come livelli dove operare in short limit, con sto a 82.50 e primo target il retest dei 77.50 dollari.
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